La relazione genitore bambino: crearla e nutrirla

La relazione genitore bambino è di fondamentale importanza per la crescita e lo sviluppo sociale, emotivo e cognitivo dei bambini e delle bambine. Affinché funzioni è importante che tra un genitore e il suo bambino o la sua bambina ci siano sintonia, comprensione e uno scambio emotivo fluido e regolato. E' dato per scontato che diventando genitori sarà immediato e istintivo sapere come creare e nutrire questa relazione, ma la realtà ci dimostra che le fatiche che si possono incontrare sono moltissime. Queste difficoltà nel sintonizzarsi con proprio figlio, possono generare nel genitore frustrazione, senso di inefficacia e di colpa. 

Diciamolo: anche la relazione genitore bambino, come tutti i legami del mondo ha bisogno del suo tempo e del suo spazio. Oltre che di amore necessita di ascolto, conoscenza, pazienza, sintonia e sincronia. È importante inoltre conoscere quali sono le modalità più efficaci per mettersi in relazione con i bambini e le bambine. Il loro linguaggio è diverso da quello che utilizziamo comunemente durante la nostra quotidianità. Per dialogare con loro e dunque metterci in relazione è necessario conoscere le regole di questa comunicazione speciale.

La comunicazione non verbale: il dialogo tonico-sonoro

Il linguaggio dei bambini e delle bambine è non verbale: lo utilizzano per decodificare il mondo, le persone ed ovviamente esprimersi. Non verbale significa che la comunicazione non passa attraverso le parole, ma attraverso i sensi, il corpo e i suoni. Questa comunicazione prende il nome di dialogo tonico-sonoro.

La componente tonica della relazione genitore bambino

La componente tonica riguarda la comunicazione tra i corpi, quel ciclo di domande e risposte che avviene tra il tono muscolare del bambino e del genitore e viceversa. Attraverso il tono muscolare del genitore, sia esso più tonico o più morbido, il bambino da un significato all’esperienza che sta vivendo. Modificando a sua volta il suo tono muscolare e sintonizzandolo con quello dell’adulto comunicherà il suo stare e si metterà in attesa della risposta del genitore.

Immaginiamo un genitore mentre sta vivendo uno stato d’ansia ed è insieme alla figlia. Probabilmente il suo respiro e il suo battito cardiaco saranno più veloci, i muscoli del volto in tensione e i movimenti più scattosi. La figlia leggendo e sentendo il corpo del genitore, modificherà il suo tono muscolare in risposta a quello dell’adulto, attivando in sé quello stesso stato d’ansia. Darà a quell’esperienza che stanno vivendo insieme quel tipo di connotazione emotiva. Non immaginiamo un’esperienza limite o traumatica, potrebbe essere un momento qualsiasi della quotidianità come fare la spesa, aprire la bolletta del gas o prepararsi per andare a dormire. Chiaramente qui giocano un ruolo fondamentale anche i temperamenti di ciascuno: ci sono bambini che risuonando con il loro adulto si attiveranno fisicamente ed emotivamente con più intensità rispetto ad altri. Ci sono adulti che vivono stati emotivi con più intensità rispetto ad altri.

La componente sonora della relazione genitore bambino

La componente sonora riguarda invece lo scambio di suoni e voci che avviene tra un feto e la sua mamma prima e tra un bambino e il genitore poi. 

Pensiamo ad un neonato che produce un piccolo suono, il genitore in ascolto risponderà imitandolo e perché no, sviluppando quel discorso con l’aggiunta di piccole pause, cambiamenti di altezza verso l’alto o verso il basso o proponendo un nuovo ritmo. Il neonato si sentirà allora ascoltato e capito e continuerà a dialogare attraverso uno scambio sonoro. Tra i due si verrà a creare una comunicazione molto speciale e unica, durante la quale condivideranno in modo innato emozioni, pensieri e sentimenti

Gravidanza, post parto e prima infanzia: la costruzione di basi solide

La gravidanza e i primi tre anni di vita sono la finestra di tempo nella quale coltivare una relazione radicata su basi solide. Grazie alla sicurezza di questa relazione i bambini andranno con fiducia nel mondo. Sono certamente anni molto intensi fatti di caos, adattamento, simbiosi, separazione e reciproca conoscenza.

Il bagaglio personale di emozioni, credenze e aspettative che noi adulti ci portiamo appresso influenzerà il nostro modo di relazionarci con i bambini. Dunque ogni esperienza familiare sarà unica perché fatta di temperamenti diversi che devono comprendersi e incontrarsi. Abbiamo capito però che esiste anche un’universalità dell’esperienza nella relazione genitore bambino ed essa passa attraverso il non verbale. Quel dialogo ancestrale, che fin dalla gravidanza si instaura tra il corpo della donna e quello della vita che porta dentro di sé. Questa comunicazione non verbale ed emotiva fatta di scambi ormonali, risposte muscolari, suoni e ascolto è la guida che permetterà alla donna di iniziare a conoscere il feto e viceversa. Questa stessa comunicazione è da coltivare e nutrire nel post parto e nella prima infanzia per riuscire nell’intento di sintonizzare e sincronizzare la coppia genitore-figlio.

Ripartire da sé per aprirsi all’altro

Questa è tutta la teoria. Bella, interessante. Ma metterla in pratica non sembra essere così semplice. Noi adulti siamo immersi in una realtà “da grandi” e in relazioni costruite attraverso il linguaggio verbale. Ecco perché possiamo incontrare difficoltà nel comprendere e riappropriarci di questo linguaggio. Ecco spiegate anche le fatiche e la frustrazione di cui si parlava all’inizio. Quel senso di non riuscire a capire il proprio bimbo, comunicare con lui fluidamente e rispondere ai suoi bisogni.  Spesso inoltre siamo piuttosto inconsapevoli riguardo il nostro stare emotivo e il come esso si esprime attraverso il corpo. Cerchiamo spiegazioni e soluzioni ai nostri umori nei ragionamenti anziché nel corpo. 


Se non riusciamo ad ascoltare e comunicare con il nostro corpo come potremo farlo con quello di un bambino che è tutto sensi? Se non sappiamo come accogliere, riconoscere e porre rimedio al nostro disagio come potremo farlo con quello di nostra figlia?


Siamo tutti parte di una rete di relazioni e costrutti sociali e culturali che ci hanno portato esattamente dove siamo ora. Lasciamo da parte giudizi verso noi stessi, sensi di colpa o di inadeguatezza e diamoci con gentilezza la possibilità di fare un cambiamento. Un percorso alla scoperta della propria consapevolezza corporea può portare enormi benefici riguardo la qualità della propria vita e di quella di tutta la famiglia in relazione. Capire come riappropriarci del linguaggio non verbale è una possibilità di crescita e armonia che diamo a noi stessi e alla relazione con nostra figlia o nostro figlio. Ci sono tante possibilità per farlo, nel mio caso io mi avvalgo dell’aiuto della musica, linguaggio non verbale per eccellenza che comunica direttamente con il corpo.

Cosa fare allora?

Se sei un genitore o sei in dolce attesa e desideri ripartire da te per prenderti cura della relazione con il tuo bambino e la tua bambina possiamo farlo insieme. Scopri il mio percorso di musicoterapia online una ninna nanna. 

Se hai voglia di regalarti un percorso di musicoterapia personalizzato costruito sui tuoi bisogni e che ti aiuti a riprendere contatto con il tuo corpo e il tuo sentire, scrivimi a info@lavocedicarlotta.it. Ho una proposta da farti.

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